LA PREGHIERA CHE SALVA
(Am 7,10-17 / Mt 9,1-8)
«…Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va’ a casa tua..» (Mt 9,6)
Solo perché Gesù è davvero vivo, queste parole sono Parola che salva. Parola che libera. Io Vangelo si realizza per la fede di chi lo accoglie. Diventa una richiesta del cuore. Il mondo potrebbe cambiare davvero se ci fossero battellieri pronti a portarlo di fronte a Dio. La Parola di oggi ci chiede di tentare l’impresa: Raccogliere su di se chi non è in grado di camminare per raggiungere la Misericordia di Gesù.
Questa pagina di Vangelo è ci chiede amore vero. Ci chiede di superarci. Ci chiede di non giudicare più. Portare la barella di qualcuno significa mettersi a servizio di ogni figlio di Dio. Tra loro non ci sono persone facili da sopportare. Per questo motivo ci vuole una rete di persone che si prendano cura in silenzio, ma con efficacia, proprio di chi sta manifestando il suo disagio, proprio con la sua aggressività, con la sua invidia o con il peccato che vorrebbe scaricare su chiunque si trovi nel suo raggio d’azione.
Un paralitico da portare richiede capacità di amare. Capacità di sopportazione. Richiede l’umiltà di Dio. Soprattutto, richiede Fede. Con la fede si scioglieranno molti nodi. Con la fede si redime il mondo. Con la Fede si salva davvero il mondo.
La paralisi che evidenzia Gesù oggi, non è tanto solo quella fisica. Non è solo quella del corpo, ma quella dell’anima. È molto peggiore della prima! La libertà dal peccato arriva perché ci si sente amati da Dio. Questo amore è talmente pieno che rimette luce in tutta l’esistenza di una persona!
Una vita redenta, diventa gioia per chi ne fa esperienza e per chi si prende carico di aiutare questa persona che vive il perdono del cuore.
Chi è paralizzato dai propri errori o dalla conseguenza degli errori degli altri, mette in difficoltà la vita degli altri. È un profondo infelice e semina sfiducia anche senza saperlo. La soluzione non è emarginarlo o attaccarlo con ulteriore rabbia, ma è aiutarlo a incontrare Dio. Dio è amore. Dio è gioia. Dio è Pace. L’incontro con Lui converte anche il cuore più difficile.
Se una persona non volesse essere aiutata? Se fosse sorda a qualsiasi parola? Questi “Se”… non possono in nessun modo fermare la preghiera. Pregare cambia il cuore di chi riceve la grazia della preghiera. Pregare cambia il cuore di chi prega.
Oggi, prenditi cura di una persona in difficoltà. Una persona che non ha ancora incontrato Dio. Inizia semplicemente moltiplicando per lui la tua preghiera. È la possibilità che Dio da, per rialzare davvero chi è caduto.
Buona giornata!
Don Tommaso.