Domenica 3 Aprile – FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA Esperienza nella Parrocchia del Carcere “Due Palazzi”

Pubblico qui di seguito la lettera ricevuta dalla parrocchia del carcere:

Carissimo don Tommaso,

innanzitutto grazie per aver accettato l’invito di celebrare l’Eucaristia con la nostra comunità cristiana che vive dietro le sbarre: è solo dopo aver incrociato lo sguardo di una realtà complicata qual è il carcere – laddove i fili del bene s’intrecciano inevitabilmente con i fili del male – che potremmo poi iniziare come chiesa diocesana una riflessione più ampia e condivisa.

Il nostro invito non ha nessuna pretesa: è solo un condividere assieme con te un pezzo di strada che il Signore ci sta chiedendo di tracciare in questa terra di nessuno che spesse volte è il carcere. La speranza è quella della parola condivisa: perché è solo narrando tra noi preti gli incontri che facciamo che s’allargano gli orizzonti e s’accendono nuove riflessioni. Fino a portarci addosso quell’odore del gregge tratteggiato da Papa Francesco: il segno di fedeltà e di appartenenza più eloquente di chi ha vissuto a stretto contatto con le pecore affidategli.

Domenica 3 aprile 2016 ti aspetto alle 7.45 davanti all’ingresso del Carcere “Due Palazzi” (Via Due Palazzi, 35) con il tuo documento d’identità: tutto il resto lascialo in macchina perché è vietato. Alle 8 preghiamo le lodi con il gruppo di persone che settimanalmente ci aiutano e alle 8.30 celebriamo la prima messa. A seguire l’altra, quella che vede coinvolto il maggior numero di persone.

Conoscendo sempre meglio la nostra parrocchia, anche la nostra carità ha uno stile: all’assistenzialismo materiale preferiamo quello degli affetti. Tra la nostra gente ci sono ragazzi/uomini che sono anni che non hanno la possibilità di incontrare i loro parenti, i loro figli, le loro famiglie. Con quello che la Provvidenza ci dona, cerchiamo di “salvare” questi legami strappati. A volte con un biglietto aereo, dopo anni di solitudine, si arriva a superare di gran lunga qualsiasi gesto di carità: un abbraccio familiare salva tanti di loro dalla disperazione. E’ questo il sovraffollamento che ci inquieta: quello della disperazione. Se riterrai, come parrocchia, di lasciare un’offerta, sai come verrà usata.

Ti ringrazio di cuore e, qualora potesse esserti di aiuto la nostra presenza, contaci.

Ti aspetto, buon lavoro!

Qui di seguito, qualche storia dal carcere:

Storia di Alfredo:

Storia di Agostino:

 

Storia di Enrico e della parrocchia di Campodarsego